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GHIRLANDA

Ghirlanda è una frazione del  di Massa Marittima.

La frazione di Ghirlanda si sviluppa nella piana a nord di Massa Marittima dopo le prime bonifiche di quell'area paludosa effettuate nel 1605. La bonifica fu completata nel 1774 su progetto dell'ingegnere Leonardo Ximenes. Ghirlanda divenne presto un importante centro minerario, grazie all'estrazione della limonite, e negli anni trenta del Novecento aumentò la sua importanza dopo la scoperta di un ricco giacimento di pirite nella valle del fosso Aspro. La Montecatini iniziò lo sfruttamento del giacimento. Una società di Amburgo, la Erz Bergwerke-Val d'Aspra, fece costruire una ferrovia privata che attraversava la valle del fosso Aspra, nei pressi di Niccioleta, fino a raggiungere Ghirlanda, dopodiché i minerali venivano caricati sulla ferrovia Massa Marittima-Follonica, raggiungevano il porto e venivano imbarcati per la Germania. Negli anni dopo la seconda guerra mondiale la miniera chiuse e oggi rimane solo nel borgo la presenza della vecchia stazione.

  • Mulino Badii, complesso architettonico costruito nel 1857, divenne nel 1918 il Mulino Pastificio di Ghirlanda. Il complesso è interessante perché è formato da diverse strutture che testimoniano differenti stili artistici ed architettonici: negli anni 1924 e 1925 al vecchio casolare ottocentesco fu aggiunto un fabbricato pregevolmente decorato in stile liberty con tanto di torre con orologio, e nel 1940 fu aggiunto un ulteriore edificio in architettura fascista. Oggi il Mulino Badii versa in stato di abbandono.
  • Fonti della Bufalona, antiche fonti pubbliche risalenti al XIII secolo, erano state costruite a servizio delle popolazioni di Massa Vecchia. L'attuale aspetto è dovuto ad alcune ristrutturazioni ottocentesche, così come la costruzione degli adiacenti lavatoi. L'edificio è ricordato per la sosta che vi fece Garibaldi il 2 settembre 1849.
  • Stazione ferroviaria di Ghirlanda, ex stazione capolinea della linea Massa Marittima-Follonica, è oggi adibita ad abitazione privata, ma presenta ancora le originarie decorazioni in stile liberty.

NICCIOLETA

Niccioleta è una frazione del comune di Massa Marittima.
Il borgo è situato a circa 6 km a nord-est del capoluogo comunale.

Il borgo di Niccioleta era venuto a sorgere a partire dal Medioevo, distinguendosi grazie alla escavazione della calamina, ma fu solo nell'Ottocento che assunse una certa rilevanza grazie al rinvenimento di un importante giacimento di pirite. Grazie a questa attività, che dette nuova vita al villaggio, la popolazione aumentò e Niccioleta divenne uno dei principali centri di estrazione delle Colline Metallifere, raggiunto per lavoro da numerosi minatori dalla vicina Massa Marittima, da Castell'Azzara, da Santa Fiora e da altre zone del Monte Amiata. Nel 1933, il paese assunse la fisionomia che presenta ancora oggi, grazie al rinnovamento della miniera istituita dalla azienda Montecatini. Dal 1992, con la chiusura della miniera, vi fu un brusco calo della popolazione.


Il 13 giugno 1944, truppe tedesche e fasciste occuparono Niccioleta uccidendo immediatamente sei minatori. Catturati altri 150 operai delle miniere, di questi 77 furono giustiziati la sera del giorno successivo, 14 giugno, lungo la strada per Larderello. Altri 21 furono deportati in Germania e i rimanenti liberati.

La chiesa di Santa Barbara.
Come in ogni villaggio minerario, è possibile ancora oggi osservare edifici adibiti alla estrazione risalenti al XIX secolo. Qui sorge anche la chiesa parrocchiale di Santa Barbara, con il palazzo del direttore della miniera ed alcune abitazioni un tempo alloggi di minatori.
Al centro del paese è situato il monumento in ricordo dei deceduti nella strage del 1944, composto da una base e da un pilastro in marmo. Sulla base una lapide riporta i nomi di tutti colori che sono morti a Niccioleta e a Castelnuovo di Val di Cecina, mentre l'iscrizione sul pilastro recita: «il fiore de la vita/è qui reciso/ma il vostro sangue/è la certezza/di un amor infinito./Massimo Lippi/13-14.06.1944/13-14.06.2004».
Ai piedi della collina sono situati invece, presso il ponte di Riotorto, due cippi in pietra a ricordo di Gino Tamburini, partigiano della 23ª Brigata Garibaldi, ucciso dai tedeschi il 10 giugno 1944. Poco distante si trova il cippo a Vanda Panichi, assassinata nello stesso frangente.


VALPIANA

Valpiana è una frazione del comune  di Massa Marittima.

Valpiana è situata nella zona finale della Val di Pecora, a metà strada tra le città di Massa Marittima e Follonica, in un'area pianeggiante tra i torrenti Ronna e Venelle. Il borgo dista circa 45 km da Grosseto e poco più di 6 km dal capoluogo comunale.

Il borgo nacque sulla strada che collegava la città di Massa Marittima con il mare nel XIV secolo come villaggio siderurgico, attivo nella lavorazione del ferro portato dall'Isola d'Elba, su volere di Tollo Albizzeschi, padre del più famoso Bernardino, che nel 1377 richiedeva la costruzione di un forno fusorio "ad faciendum ferrum". Tuttavia, frequentazioni antecedenti sono testimoniate da ritrovamenti archeologici in tutta l'area circostante, che farebbero pensare ad un'attività siderurgica in queste zone sin dai tempi degli etruschi, attività favorita dalla presenza di fitti boschi e di acqua: il lago dell'Accesa, ma soprattutto i vicinissimi torrenti Ronna e Venelle.
Valpiana si consolidò centro industriale della Maremma per tutto il Medioevo, e l'acquisizione nel Cinquecento da parte del granduca fiorentino Cosimo I de' Medici ne favorì l'ampliamento grazie alla Magona, azienda mirata al controllo delle attività siderurgiche in Toscana, istituita nel 1587 che permise così opere di ristrutturazione e la costruzione delle ferriere di Cima, di Mezzo e di Fondo. Nel Settecento, durante il Granducato di Toscana dei Lorena, il villaggio siderurgico si ingrandì ancora di più grazie all'espansione nei boschi circostanti, che furono tagliati e disboscati per alimentare il grande forno fusorio, il cui primo nucleo è attestato al 1300.
Il paese cessò la sua attività siderurgica solo nel 1885, con il consolidamento di Follonica come polo industriale. Nel 1902 fu realizzata la ferrovia che collegava Massa Marittima con il mare e a Valpiana fu costruita una stazione, dismessa poi nel 1944 in seguito alla chiusura di tutta la tratta. Oggi Valpiana ha una fisionomia ben delineata e sono visibili i resti delle ferriere, dei forni e del vecchio polo metallurgico, divenuti monumenti della frazione aperti alle visite dei turisti.

  • Chiesa di Cristo Re, edificio parrocchiale della frazione, risale ai primi anni del XVIII secolo e presenta una semplice facciata a con oculo ovoidale ed un piccolo campanile a vela con volute.[3] Inizialmente intitolata alla Santissima Annunziata, la parrocchia fu abbandonata nel corso dell'Ottocento con lo spopolamento della frazione ed in seguito riaperta con la nuova titolatura negli anni venti del secolo successivo.
  • Palazzo dei Ministri, situato di fronte alla chiesa nella piazza principale, fu costruito in seguito al 1587, con l'istituzione della Magona, per ospitare gli amministratori (ministri) dei forni fusori del polo metallurgico di Valpiana. Si presenta come un grosso edificio a due piani di forma trapezoidale, con la facciata dominata da un grande stemma mediceo con corona in ferro.
  • Palazzina dei Carbonili, situata al centro del villaggio isolata da un muro, fu costruita nei primi anni del XVIII secolo come deposito del carbone vegetale che serviva ad alimentare i forni fusori.
  • Ferriere di Valpiana: il primo nucleo delle ferriere fu costruito già nel XIV secolo, quando Tollo degli Albizzeschi iniziò la lavorazione del ferro per volere della Repubblica di Massa. Sotto il Granducato di Toscana, il granduca Cosimo I de' Medici portò avanti una politica volta alla creazione di un monopolio del ferro in Toscana e questo portò un ampliamento dell'impianto, facendo di Valpiana uno dei migliori e maggiormente produttivi poli siderurgici della regione. Nel 1835, con il consolidamento del polo industriale di Follonica, le ferriere di Valpiana persero via via di importanza, fino alla definitiva chiusura e abbandono nel 1885. Oggi sono ancora visibili i loro resti nel centro del paese.